sabato 31 agosto 2013

Noi Protetti...


... (Riprendo l'ultimo post su Poem e vado avanti!) 


L.
Tutto ciò in una canzone che hai intitolato “Poem” e si suppone contenga un testo, come dire? …  non “impegnato”. Approfitto per dire che a mio avviso la poesia moderna, sempre che abbia ancora senso, questo deve fare. Il mondo lo penso in prosa, ma è solo il mio parere ovviamente.
G.
Anche “Noi protetti” nasconde un retrogusto “sociale” amaro.
L.
Quella che io chiamo “Noi poretti” in senigalliese?
G.
Si, quella. Pensavo di fare una versione con questo titolo.
L.
Sarebbe un successone!♪♪


Segnerò il mio piccolo confine, ci piscerò per essere più sicuro, studierò le strategie di guerra se non basta ci innalzerò un bel muro. Saremo uniti contro l’invasore, nel nome di una sana e giusta causatener lontano lo straniero, vigilare giorno e notte senza pausaMa quant’è bello il mio paese con i monti le sue cime e i prati verdi e la mia gente che non esce mai di qui. Gli stessi  immobili ed eterni perché voglio siano cosi, e noi possiamo,  dovrà essere, e sarà …
Ma quant’è bello il  mio paese  chiuso  dentro le mie braccia, come quattro mura di galera stupide, e noi che vi abitiamo ci sentiamo meglio, siamo felici d’esserci protetti  dall’inciviltà.
Segnerò il confine del mio mare, se piscerò sull’acqua il segno poi scompare. Dalle nostre parti abbiamo paura che dall’orizzonte s’alzi la tempesta. Uniti contro la tutte le intemperie per salvare quello che ancor non ci han rubato. Tener lontano lo straniero, la tempesta umana  figlia del degrado.
Ma quant’è bello il mio paese con il fiume verso il mare che respira, sembra un quadro  più che una fotografia, di quelli che facevo da bambino, un opera che mai nessun straniero mi scolorirà
Ma quant’è bello il  mio paese chiuso  dentro le mie braccia, come quattro mura di galera stupide, e noi che ci abitiamo ci sentiamo meglio , siamo felici d’esserci protetti  dall’inciviltà. Tutto solo col mio mare tra le braccia,  ma protetto dall’inciviltà. Nel deserto del mio piccolo paese, ma protetto dall’inciviltà. Uniti da  uno stesso suono, ma protetti dall’inciviltà. Sempre bello, sempre uguale a prima, in più, protetti dall’inciviltà, nei secoli dei secoli invecchiamo, noi  protetti dall’inciviltà. Tutto solo, col mare tra le braccia, ma protetto dall’inciviltà, nel deserto del mio piccolo paese, ma protetto dall’inciviltà, uniti da…
L
Come, “ci piscerò”? Non è esattamente una frase da bon ton. Durante la presentazione del disco a Marzocca, ho sentito qualche “Oooo” di esclamazione. Siamo gente beneducata noi, e le “Parolacce” ci mettono in imbarazzo – Si coglie il senso della battuta?- Comunque …  spiegami sta cosa. Senza ridere e senza stupore. Vero! La signora ha detto “Ooooo” + risatina per bene! Se gli spieghi perché scrivi ‘ste cose poi non ride più!
G
Il soggetto al quale presto la voce in questa canzone è un uomo mediamente intollerante verso chi non gli somiglia, un razzista, ma non necessariamente verso lo straniero. Capita a molte persone di provare questo sentimento almeno una volta nella vita.
L.
Qualcuno purtroppo si affeziona, e lo rimane nel lungo periodo.
G.
Rispondo alla signora … Ho usato la parola “pisciare” perché è un gesto che usano i cani per delimitare il loro confine.  Il nostro confine naturale, essendo l’Italia una penisola, è soprattutto fatto d’ acqua, e da lì vengono molti “stranieri”.  Capisci bene che in acqua è difficile che altra acqua segni un confine. E’ un modo per prendere in giro certi luoghi comuni insomma.
L.
 “E noi possiamo,  dovrà essere, e sarà … ” … cosa?
G.
Il solito soggetto afferma categorico che possiamo impedire al “nemico” di avvicinarsi a noi. Possiamo, dovrà essere e sarà …  E’ ironico.
L.
 “Protetti dall’inciviltà” è il refrain di tutto il testo. Notizie falsate o omesse, ronde, propagande allarmiste. Mi sembra che faccia parte di un disegno politico.
G.
Noi civili, ci proteggiamo dalle nostre paure diventando paradossalmente in-civili  e,  perché no? Un po’ razzisti. Solo ieri si sognava la padania unita…
L.
Si, era per rendere omaggio alla  simbolica abolizione dei confini grazie alla nascita nella nostra cara Europa, cara in ogni senso visto che l’euro è la sola cosa che realmente ci unisce… ed a che prezzo! Non sto dicendo che voglio esserne fuori, solo che il prezzo è elevatissimo. 
Parli di confini sul mare, tempesta umana … non posso non pensare aLampedusa e a tutte le anime che galleggiano sotto quel mare. Ci ho scritto un post a suo tempo, e qualche commento mi ha fatto partire l’embolo. Una signora “Bene” osservava che queste cose vanno rispettate col … silenzio!!  Mai richiesta fu più esaudita! Nei TG la notizia è stata appena sfiorata. L’avranno fatto per rispetto!
 “Sembra un quadro  più che una fotografia Di quelli che facevo da bambino  Un’ opera che mai nessun straniero mi scolorirà” … bella immagine.
G.
Si, però parla ancora l’intollerante e pensa che se arriva lo straniero, corro il rischio che mi “scolori” l’identità, cioè i quadri che facevo da bambino, cioè la mia identità.
L.
L’avevo capita al contrario. Cioè che il quadro dei bambini nascono dall’istinto, e quello nessuno lo può scolorire. Invece mi dici che in questa frase si nasconde ancora una volta la paura che qualcuno arrivi e ci scolorisca l’identità... Mi piace lo stesso.
Sarebbe luna se non fosse mare. 


INTRO ai pezzi. Clicca qui per ascoltare... 

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